Andrea Belotti, Joe
Hart e poco altro. Il Torino è tutto qui, o quasi, almeno nel 2017. Una sola
vittoria in otto giornate, una media salvezza, la quinta peggior difesa del
campionato. Nonostante il capocannoniere della serie A (19 reti come Higuain e
Dzeko), il quarto attacco più prolifico (48 reti) ed i miracoli del portiere
più richiesto dalla Premier per la prossima stagione. Un biglietto da visita tutt’altro che
lusinghiero per chi sta già pensando alla squadra che verrà, a correggere gli
errori per la prossima stagione. Va bene il gioco offensivo che fa spellare le
mani ai tifosi granata, ma ci vuole un po’ di buonsenso, e di equilibrio tattico
per puntare nelle zone alte della classifica, per non rendere inutili i gol di
Belotti e compagni nel corso della stessa partita. Anche per questo Belotti e
Mihajlovic sono destinati all’addio, il primo uno spreco in una squadra
colabrodo, il secondo con alte mire e un preaccordo con la Cina.
RIGORI Il dischetto del
rigore ha giocato un brutto scherzo a Belotti in chiave di classifica
cannonieri (3 rigori sbagliati) ed al Toro per i punti persi. Su nove calci di
rigore guadagnati, solo quattro sono stati trasformati (2 Iago Falque, 1
Belotti e Ljajic), di questi uno solo decisivo (2-2 Torino-Lazio) ai fini del
risultato finale. Dei cinque penalty sbagliati solo uno non ha influito ai fini
del risultato (Torino-Bologna 5-1). In tre casi la gara è finita in parità, una
sconfitta invece con il Milan (3-2) a S.Siro per un totale ipotetico di 7 punti
persi in classifica. “Le ho provate tutte e tutti i giocatori ma la palla dal
dischetto non entra. Colpa della pressione, in allenamento proviamo e riproviamo
poi in partita li sbagliamo. I rigori li calcerà comunque ancora il Gallo – le
parole di Mihajlovic-. Se Belotti non avesse sbagliato i tre rigori sarebbe già
capocannoniere assoluto. Ha ampi margini di miglioramento e per diventare il
miglior attaccante del campionato e della nazionale. Ha grande carattere, dopo
il rigore sbagliato ha azzerato la sua partita e segnato una doppietta”. Belotti
con la doppietta alla Fiorentina condivide con Higuiain e Dzeko il terzo posto
per la Scarpa d’oro, trofeo di cannoniere europeo che vede al momento in testa
Messi a due lunghezze e Cavani ad un punto di distanza. Intanto la classifica
cannonieri. “Peccato per il rigore sbagliato, potevo essere davanti da solo ma
purtroppo quest’anno non c’è verso di buttarla dentro – le parole di Belotti-
devo allenarmi sulla lucidità e sulla freddezza dagli undici metri. Pronto per
il grande salto? Io sono pronto per il Toro e per far bene per questa squadra,
il futuro non lo conosce nessuno e per adesso io sto bene qui”.
RIVOLUZIONE Sfumato l’obiettivo
Europa, nelle ultime dodici giornate proseguiranno gli esperimenti in vista
della prossima stagione che rischia di essere di nuovo in salita viste le
premesse, con cinque sei titolari sicuri, altrettanti con soluzioni aperte di
mercato (Baselli, Belotti, Zappacosta in uscita), fine prestiti e scadenze di
contratto. Poche certezze, allenatore compreso. “Io ho voglia di Toro, come
l’ho avuta il primo giorno. Cerco sempre di dare il massimo, al di là dei
risultati positivi e negativi vado per la mia strada. La mia voglia di lavorare
c’è, e ci sarà sempre, finché farò questo lavoro che faccio con passione, ci
stiamo guardando intorno per il prossimo anno, stiamo guardando diversi tipi di
giocatori, ci stiamo muovendo. Vedremo se poi riusciremo a prenderli“. In
attesa di capire il destino di Mihajlovic, cinque giocatori sono già a fine
corsa, Castan, Hart e Iturbe(fine prestito), Molinaro, Moretti e Padelli (fine
contratto), Obi e Ajeti (fiducia scaduta). Acquah, Avelar, Gustafson, De
Silvestri si giocano tanto nel finale di stagione, sospesi ad un filo Carlao,
Avelar e Maxi Lopez. Con la valigia pronta per richieste di mercato Belotti,
Baselli e Zappacosta. Riconfermati Barreca, Benassi, Boyè, Iago Falque, Ljajic,
Lukic, Rossettini, Valdifiori.